Si apre sabato, 2 maggio 2009, alle ore 18,30 a Massafra, nella sala della Società Operaia, in Corso Italia e si concluderà il 17 maggio
Mostra antologica di Nicola Andreace "Antropologia e Tecnicismo Arte e Impegno civile 1968-81"
La rassegna, unendo qualità  estetica, rigore etico, tensione concettuale, documenta la realtà del  nostro territorio negli anni a cavallo tra la fine negli anni '60  e l'inizio degli anni '80, incalzato da tendenze innovative tecnologiche,  sociali ed artistiche. Penetra  i contenuti delle opere in esposizione  un raffinato ed elegante catalogo, che  illustra la Mostra , riportando,  dopo i dati informativi, la presentazione di  Gianni Iacovelli, un'accurata  indagine critico-storico culturale di Melania Longo, curatrice della   Rassegna, una sua intervista ad Andreace, ed infine 16 schede con le  immagini delle opere  in mostra, accompagnate da stralci di giudizi   dei critici che hanno seguito il percorso evolutivo creativo del nostro  artista. 
Per meglio comprendere il "reportage visivo"  di Andreace  bisogna con la memoria risalire al tempo in cui Taranto e il suo hinterland,  un eden per le sue distese azzurre di acque marine e verdeggianti di  secolari ulivi, furono stravolti dall'impianto della gigantesca struttura  industriale dell'Italsider, IV Centro Siderurgico d'Italia. Allora  molti lavoratori  abbandonarono i campi, le barche, le botteghe artigiane  e diventarono operai a tempo pieno. Allora tutto cambiò: l 'economia  migliorò, si diffuse il consumismo, ma arrivarono anche l'inquinamento,  la droga, le morti bianche, la delinquenza, gli atti di terrorismo. 
La solitudine  travolse l'Uomo, che, per la sua ansia di svincolarsi  dai vecchi sistemi, acquisiva nuovi parametri morali più spregiudicati  in nome di una rivendicata libertà , ma  perdeva la sua identità,   diventava un numero, un ingranaggio robotico. Anche l'Arte sentì  la necessità di cambiare: non poteva continuare a proporre immagini  di piacevoli paesaggi o figure umane edulcorate. Si dovevano rielaborare  le nuove proposte di avanguardia, filtrandole attraverso la propria  personalità, la propria sensibilità, la propria cultura. Si dovevano  sperimentare  nuovi mezzi tecnici, creando nuovi stili, per proporre  nuovi contenuti, rispondenti ai nuovi tempi. 
Andreace recepisce queste  istanze. La rassegna antologica odierna, che presenta alcuni risultati  del suo operare negli anni 68-81, frutto delle sue ricerche e della  sua evoluzione, permette di penetrare nei suoi labirinti esistenziali  , fatti di esperienze, memorie, ipotesi, progetti, cui egli ha attinto  variamente per raggiungere gli effetti visibili nelle opere esposte.  L'artista, infatti, indaga sulle implicazioni e conseguenze dello  sviluppo tecnologico,  sull'esistenza umana  e sul faticoso  tentativo di adeguarsi a questo nuovo mondo; studia la realtà, la cataloga,  la archivia e - assemblando fotografia, pittura e disegno con elementi  letterari e poetici – compone,  su tele emulsionate, serigrafie, manifesti,  la nuova storia del momento, esplicitando una morale che unisce arte,  storia e riflessione sul destino dell'uomo moderno. Da pubbliche informazioni   risale a ritratti di individui sconosciuti che, in una spirale di tubi,  intelaiature, ingranaggi , si animano in personaggi drammatici schiacciati  dai nuovi mali del momento, che appartengono ad una condizione individuale,  ma condivisa nelle diverse latitudini del mondo. 
Andreace s'impegna  con passione: ricercando con l' arte e il design  un dialogo  tra i diversi campi delle cultura estetica e materiale per trasmettere  l'immagine del nostro territorio con la sua civiltà industriale e   con i disagi da essa provocati nella nuova società contemporanea, racconta  il quotidiano, l'essere e le sue passioni, i percorsi mentali che si  snodano nell'alternanza di vero e ideato, natura e artificio, immagini  reali e riflesse. I rapporti tra grafica e pittura diventano strettissimi,  occupano la scena per divenire un'arte dell'attenzione e della visione  penetrante, che mette sul tavolo ricerche delle correnti di avanguardia,  rielaborate in modo personale dall'artista, che fa un uso dinamico  dello spazio. 
Con le sue opere Andreace rivendica la necessità di leggere il proprio tempo con i problemi e contraddizioni della nostra società e lo fa con un'articolazione ritmica di linee in movimento in una esplosiva forma di luce-colore, di bianco-nero, di sintesi del colore, con eleganza grafica, con profondità concettuale, che sottolineano la tensione drammatica del tempo e la forza vigorosa del messaggio. Sì, perchè per Andreace sempre "l'Arte è messaggio , è comunicazione, è strumento di un processo conservativo della memoria e insieme patrimonio della società, è Concettualità, è Cultura".
Massafra, Aprile 2009